Quando “Sostenibilità” fa rima con “Competitività”

Negli ultimi anni il tema della Corporate Social Responsability (CSR) è diventato sempre più importante e rilevante. L’emergenza sanitaria da COVID-19 ha messo in luce la necessità di stabilire obiettivi sostenibili per dare una nuova spinta al business e per uscire dalla crisi economica. Nella gestione aziendale, infatti, un approccio sostenibile può garantire vantaggi alle imprese in termini di riduzione dei costi, efficientamento dei processi, reputazione e visibilità nel mercato.

Nel contesto attuale “sostenibilità” fa rima con competitività e per questo, l’attenzione per i temi ambientali, etici e sociali non è più una moda e si è venuta a delineare una nuova filosofia gestionale ormai conosciuta come Sustainability Value Management (ovvero Gestione del valore della sostenibilità).

L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, realizzata dalle Nazioni Unite costituisce un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’Onu. Tale agenda, contiene 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile (tra i quali, per citarne alcuni: sconfiggere la povertà, raggiungere la parità di genere, ridurre le disuguaglianze, realizzare città e comunità sostenibili, lottare per il cambiamento climatico, garantire un’istruzione di qualità), all’interno di un più ampio programma d’azione che propone il raggiungimento di 169 “traguardi” entro il 2030.

Da parte sua l’Unione Europea rafforza la volontà di combattere i cambiamenti climatici attuando politiche ambiziose a livello

nazionale e internazionale, attraverso il Green New Deal, la nuova strategia di crescita che mira a trasformare l’economia rendendola moderna, competitiva ed efficiente sotto il profilo dell’utilizzo risorse, con zero emissioni nette di gas serra entro il 2050.

Di fatto, siamo di fronte alla consapevolezza che le aziende non si valutano più solo in base alla loro capacità di produrre denaro, ma anche per le risposte che sono in grado di produrre nell’ambito dei temi etici.

E anche l’ormai onnipresente PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) naviga spedito in quella direzione e l’utilizzo dei Recovery Fund resi disponibili dall’Europa sono destinati proprio a finanziare investimenti finalizzati a sostenere un percorso di modernizzazione e innovazione nel pieno rispetto della sostenibilità e dell’ambiente.

Si tratta dunque di un cambio culturale senza precedenti. Magari alimentato dall’esplosione della pandemia da Covid-19 che ha colpito il nostro pianeta?

Gli interventi non devono però essere interpretati dalle aziende come un ulteriore vincolo, ma devono invece rappresentare lo stimolo per una reale opportunità di crescita e sviluppo.

In concreto, nelle imprese la sostenibilità si realizza attraverso l’applicazione del modello ESG (Environmental, Social e Governance) che supporta la raccolta e la presentazione dei dati necessari alla predisposizione del Bilancio di Sostenibilità, coerentemente con i principi e gli standard GRI (Global Reporting Initiative), favorendo la realizzazione di un processo fluido, tracciabile e costantemente monitorato.

Più in dettaglio il modello ESG prevede la definizione di indicatori secondo le tre dimensioni:

Environmental (Ambientale)

Si tratta di indicatori che hanno un impatto nei confronti dell’ambiente. In modo semplice e veloce è possibile monitorare i consumi di energia, di acqua prelevata e scaricata, i kg di rifiuti smaltiti, le emissioni di Co2 e i kg di materiale consumato, ecc. Analizzando questi indicatori l’Azienda sarà in grado di pianificare azioni e pratiche a basso impatto ambientale generando ricadute positive sui costi.

Social (Sociale)

Questi indicatori consentono di focalizzarsi sugli stakeholder interni ed esterni e di accedere ad una vasta gamma di informazioni indispensabili per monitorare le politiche di gestione dei fornitori e le politiche attivate per le risorse umane, sul rispetto della sicurezza e della salute, sulla formazione, sul tasso di turnover, sulla soddisfazione dei lavoratori, ecc.

Governance (Economica)

Partendo dai dati di conto economico si elabora una modalità di calcolo del valore aggiunto che l’Azienda distribuisce ai suoi stakeholder principali. Inoltre, si analizza l’impatto aziendale sulla comunità locale (misurando investimenti ed iniziative svolte per l’istruzione, per la cultura e per lo sport), l’impegno nel campo della R&S e della responsabilità sociale (volontariato, interventi di recupero di aree, ecc.).​

Le imprese che operano in un’ottica di brevissimo periodo ritengono la sostenibilità un vincolo normativo che genera costi e rappresenta un freno alla crescita mentre quelle aziende che agiscono in un orizzonte temporale di medio-lungo periodo considerano la sostenibilità un cardine della propria strategia.

In tale contesto, molte sono le aziende di farmaci e dispositivi medici che hanno istituito la figura specifica dell’ESG Manager e hanno approvato un piano di sostenibilità, anche se al momento manca uno standard comune a livello internazionale per definire la misurazione di tali criteri.

Infatti, un’impresa gestita con i principi della sostenibilità ha dei vantaggi in termini di reputazione e valore del brand in quanto i clienti, sempre più attenti a queste tematiche, diventano i primi sostenitori e sponsor dell’azienda stessa.

Inoltre la sostenibilità rappresenta anche una leva per ridurre costi e rischi favorendo la revisione dei processi aziendali interni ed esterni, l’ottimizzazione dell’uso delle risorse e la riduzione degli sprechi.

In aggiunta, un’azienda sostenibile, curando con maggiore attenzione le risorse umane, ha dei dipendenti molto più soddisfatti che impattano positivamente sull’attività ordinaria dell’azienda. Non da ultimo, un’azienda sostenibile è avvantaggiata quando nuovi vincoli normativi vengono introdotti nel settore avendo un vantaggio competitivo sui propri concorrenti.

La decisione di integrare i principi della sostenibilità al proprio interno comporta, per l’impresa, indipendentemente dalla sua dimensione, un cammino di progressiva innovazione, sviluppato attraverso un costante processo strategico di pianificazione e un cambiamento in tutte le funzioni aziendali. La Governance deve sposare tutti i principi di sostenibilità ed abituare il management ad integrarli nella visione strategica. La comunicazione interna è lo strumento per creare il giusto commitment, in quanto genera consapevolezza e coinvolgimento di tutte le funzioni aziendali.

In sintesi, la sostenibilità non si identifica con certificazioni, filantropia o codici etici ma, al contrario, è uno “stile” che deve guidare le decisioni analizzando tutti gli impatti che esse provocano nel breve, nel medio e nel lungo periodo.

E proprio con tale consapevolezza SANITANOVA ha avviato nel 2020 il progetto Green2Green, un piano di sostenibilità, sensibilizzazione e coinvolgimento di tutti gli stakeholders aziendali (management, consulenti, collaboratori, dipendenti, clienti e fornitori) per promuovere un modo consapevole e diverso di agire, che abbia un impatto positivo sulla società e sull’ambiente.

All’inizio di questo percorso non poche erano le perplessità circa la reale capacità di perseguire gli ambiziosi obiettivi prefissati, poi, azione dopo azione, è scoppiato l’entusiasmo sia delle persone interne che esterne all’azienda, e con esso tutto è sembrato possibile e tutto è diventato parte integrante della vita aziendale.

 

 

Articolo di Antonio Messina – Ceo Sanitanova

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