E se Murphy avesse ragione?

E se Murphy avesse ragione?

Le parole più usate negli ultimi due anni sono state sicuramente COVID, PANDEMIA e VACCINI e quando ci stavamo quasi abituando -o forse assuefacendo- a sentirle ecco che sono arrivate altre tre parole capaci di rubargli la scena: GUERRA, UCRAINA e PUTIN.

Certamente se qualcuno ci avesse predetto quest’ultima sciagura anche solo a Gennaio, gli avremmo dato del matto.

Oggi però i fatti danno ragione a quei matti e dimostrano che al peggio davvero non c’è limite.

È la legge di Murphy: “Se qualcosa può andar male, lo farà e non c’è nulla che vada così male da non poter andare peggio!”

Infatti, se pensavamo che la calamità pandemica fosse la peggiore maledizione che potesse capitare all’umanità non avevamo ancora considerato la combinazione di tale condizione con un conflitto scoppiato nel cuore dell’Europa e che vede il coinvolgimento, diretto o indiretto, della quasi totalità del mondo.

E quindi dobbiamo arrivare a pensare che il Sig. Murphy potesse avere ragione?

Non credo. La legge di Murphy è una regola furba, fa leva sul nostro cervello, su ciò che ci aspettiamo accada oppure su ciò che abbiamo paura che accada.

Ebbene, senza voler entrare più di tanto in disquisizioni virologiche o socio-politiche che certamente non rientrano nella mia sfera di competenze, approfondendo un po’ le origini delle varie questioni, forse scopriremmo che sia il COVID che la Guerra RUSSO-UCRAINA erano (pardon, sono) eventi la cui probabilità che accadessero non erano poi così remote.

Addirittura ci sono analisi predittive che avevano annunciato e previsto la possibilità per entrambe le disgrazie che stiamo vivendo.

Quindi forse il Sig. Murphy e la sua legge non c’entrano proprio nulla con i terribili accadimenti che stanno attanagliando il pianeta né possiamo considerare di esserne tutti vittime inconsapevoli e incolpevoli.

Allora potremmo anche pensare che il riscaldamento globale e la plastica, solo per usare altri due esempi illustri, sono catastrofi improvvise e imprevedibili determinate da fatti e comportamenti a noi non collegabili?

Inutile provare a trovate una risposta in quanto scontata e pleonastica. Forse è il momento di ripartire dalle ceneri di questo momento buio per consolidare nuove consapevolezze e tracciare nuovi comportamenti e percorsi di vita.

In sanità questa consapevolezza è rappresentata dal cosiddetto approccio One Health, un modello basato sull’integrazione di discipline e saperi diversi e sul riconoscimento che la salute umana, la salute animale e la salute dell’ecosistema sono legate indissolubilmente.

L’importanza di questo approccio è nota da tempo, ma solo ora sembra che le istituzioni e le persone abbiano preso reale consapevolezza della necessità di passare dalle parole ai fatti.

Magari potremmo approfittare della ricorrenza pasquale per guardare in chiave non solo religiosa ma anche profondamente umana, ciascuno per la propria fede e le proprie convinzioni, alla possibilità di imparare a vivere facendo tutti qualche necessario sacrificio in più e partecipando attivamente (con esempi concreti più che con le parole) alla tutela e al consolidamento dei tre pilastri su cui si poggia il nostro futuro e quello del nostro pianeta: PACE, SALUTE e AMBIENTE.

Un saluto e l’augurio di una Buona Pasqua a tutti.

A cura di Antonio Messina  – Ceo di Sanitanova

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