La Medicina di precisione: prospettive nella caratterizzazione molecolare dei tumori

E’ cominciato con una domanda e una doverosa definizione l’incontro “La medicina di precisione: prospettive nella caratterizzazione molecolare dei tumori” organizzato da Sanitanova con il contributo non condizionante di Lilly.

“Cosa intendiamo oggi con medicina di precisione?” A chiarire subito i termini della questione clinica e metodologica è stato il dott. Nicola Silvestris, responsabile scientifico dell’evento, professore associato di oncologia medica presso il Dipartimento di Oncologia medica dell’IRCCS Istituto Tumori “Giovanni Paolo II di Bari” e membro del consiglio direttivo dell’AIOM.
Possiamo associare la definizione di medicina di precisione a una relazione simbiotica tra biomarcatori predittivi e farmaci a bersaglio molecolare, ossia alla possibilità di individuare attraverso analisi di alternazioni geniche farmaci e terapie oncologiche specifiche per il singolo soggetto”.
Oggi nella pratica clinica i clinici si fanno guidare dalla Evidence Based Medicine, il cui grande merito è stato quello di superare l’anarchia terapeutica basata non sulle evidenze scientifiche della letteratura tradotte in raccomandazioni, linee guida e PDTA ma su quello che potremmo definire il Journal of my opinion. La medicina di precisione ripropone oggi la sfida di superare una seconda ondata di anarchia terapeutica espressione della molteplicità di dati ottenuti dalle scienze omiche (genomica, radiomica, proteo mica, metabolomica, ecc). E’ necessario ridefinire delle regole in quella che possiamo definire la real-word-based medicine che garantiscano il rispetto di tre parole chiave: appropriatezza prescrittiva, omogeneità delle
cure e sostenibilità terapeutica.
Concetti questi ribaditi e sottolineati nell’intervento di apertura dell’evento anche dal dottor Giovanni Gorgoni, Direttore Generale AReSS Puglia: “la terapia molecolare, la medicina di precisione presuppongono un percorso cauto, rigoroso e di buon senso, a vari stadi e capace di analizzare con attenzione i rischi. Il processo decisionale deve essere condiviso, multidisciplinare e deve coinvolgere direttamente i pazienti. Da un punto di vista organizzativo deve essere garantito l’equo accesso e l’individuazione dei centri di eccellenza, compito questo della rete oncologica che si basa proprio sulla distribuzione di centri hub e spoke delle terapie”.
Il ruolo della Rete Oncologica Pugliese è stato ribadito anche dal dottor Gianmarco Surico che ne è Coordinatore regionale: “Il ruolo della rete diventa sempre più importante, ancora di più quando affrontiamo problematiche relative alla innovazione terapeutica. Dobbiamo insistere nella definizione e nella applicazione dei percorsi diagnostici terapeutici che sono una garanzia di sicurezza per il paziente e dobbiamo puntare alla digitalizzazione dei servizi per una cartella clinica oncologica unica che ci permetta di seguire il singolo caso con dovizia costante di informazioni”.
La medicina di precisione che parte dalla analisi dell’alterazione genica per giungere alla terapia personalizzata, costruita sul singolo paziente, presuppone naturalmente il diretto coinvolgimento degli anatomo-patologi e dunque dei laboratori di diagnosi molecolare: la nascita e lo sviluppo del “Tumor Molecolar Board”, della rete dei laboratori di diagnosi molecolare”, è stata al centro di numerosi interventi.
“In soli sei mesi abbiamo avuto in incremento del 30 per cento delle valutazioni molecolari – ha detto la dottoressa Stefania Tommasi, responsabile della Diagnostica molecolare dell’Istituto Tumori di Bari – bisogna puntare sulla esperienza maturata fino a oggi e sulla sostenibilità del sistema. Oggi le valutazioni che facciamo per la prescrizione della terapia target riguardano principalmente i tumori polmonari, del colon retto, della tiroide e della mammella ma vanno organizzati iter diagnostici, vanno sostenuti i team di patologia per evitare i rischi di intervento e organizzativi”.
“A livello nazionale a fronte di un aumento dei casi di tumore al giorno, sono circa mille, assistiamo a un impoverimento delle anatomie patologiche tanto in termini di risorse umane quanto in termini di investimento sull’ammodernamento tecnologico: in Italia gli anatomo-patologi attualmente in attività sono 2612, evidentemente troppo pochi”: così il dottor Francesco Alfredo Zito, Direttore della Patologia clinica dell’Istituto Tumori di Bari, ha riassunto la necessità di investire in maniera mirata su un settore che si definisce pronto alla sfida della medicina di precisione ma che ha bisogno di linfa vitale.
Ad oggi la medicina molecolare ha dato importanti risultati: “In Puglia abbiamo 2000 casi all’anno di tumori del polmone – ha detto il dottor Domenico Galetta, Direttore della Oncologia Medica Patologia Toracica dell’Istituto Tumori di Bari – ma la percentuale di guariti dal 2009 al 2015 è salita del 19 per cento e questo dato così significativo è sicuramente legato alla medicina di precisione che oggi però necessita di idee chiare, regole condivise e intervento del controllore regionale”.
Regole, quelle ricordate da Galetta, che riguarderanno a breve anche i costi della terapia: “in sanità il prezzo è sempre diverso dal valore – ha ricordato il dottor Luigi Santoiemma, farmacologo e medico di base – il prezzo lo definisce l’azienda di produzione, a livello centrale sarà stabilito quale rimborso sarà sostenibile mentre nella scelta della somministrazione rientra la valutazione sul valore che è il valore per il paziente, il miglioramento della qualità della vita. Si tratta di scegliere e di coinvolgere adeguatamente il paziente su scelte che ricadono sulla sua quotidianità”.
Dunque, quella della medicina di precisione è oggi una nuova sfida a cui i clinici sono decisamente pronti:
“Cosa fare lo sappiamo – conclude Silvestris – ma ora dobbiamo tutti insieme stabilire come lo dobbiamo fare e chi lo deve fare al fine di garantire il percorso migliore possibile per il paziente. E’ fondamentale già in questa fase avere le idee chiare e puntate su obiettivi raggiungibili”.

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